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Intervista a Giacomo Galanda – Un incontro a tutto sport


Giacomo Galanda, capitano della nazionale italiana di basket, medaglia d’argento ad Atene 2004 e d’oro a Eurobasket 1999, nella mattinata di ieri ha premiato gli alunni dell’attuale quarta elementare dell’istituto Betlem di Gallarate.
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I 14 studenti, lo scorso anno, con l’aiuto dei docenti, hanno partecipato alla prima edizione del progetto Easybasket in classe della Federazione italiana pallacanestro e gestita da Neways. I ragazzi avevano un compito, utilizzando il maxifoglio del kit come supporto, crere, con fantasia ed originalità, la canotta della nazionale di basket. Tra le oltre 2.500 classi che hanno partecipato, Italpixel, quella disegnata dagli alunni del Betlem ha ottenuto il primo posto assoluto. A recapitare il premio è stato capitan Galanda, che ha consegnato le canotte ed i biglietti per assistere dal vivo la partita Italia-Lituania che si giocherà il 29 novembre a Brescia. Per gli studenti la mattinata è stata anche l’occasione per fare due tiri a canestro e intervistare il campione del basket.

img_7371Cosa vuol dire essere capitano chiede un’allieva? «È un onore ed un onere – spiega Galanda – è bello perché sei il primo che alza la coppa in caso di vittoria ma, allo stesso tempo, devi far rispettare le regole ai tuoi compagni, essere presente per gli altri e mantenere unito il gruppo». E, ripercorrendo la sua carriera, tra le partite più belle ricorda quella di Atene, dove ha vinto la medaglia d’argento, «ma quella più importante l’ho giocata un anno prima – svela – come nazionale avevamo contro la Francia e, se non avessimo vinto, non saremmo andati alle olimpiadi. Quella gara la ricorderò per sempre». E tra i ricordi e gli insegnamenti, ce ne sono alcuni che valgono sia nel mondo dello sport che nella vita di tutti i giorni.

img_7150«Non si deve mai mollare – conclude Galanda – quando ci si trova davanti ad una difficiloltà, si deve affrontare la situazione ed impegnarsi per migliorare. Non contano solo i canestri fatti o i tiri sbagliati ma l’impegno che ci si mette per superare ogni giorno i propri limiti».

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