Marco Bianchi a Gallarate

Marco Bianchi: Happy food, happy life!


La cucina prima di tutto. Ovviamente quella basata su dati e consigli precisi. Senza dimenticare un ingrediente: le emozioni.

Di questo e molto altro ha parlato Marco Bianchi, il divulgatore scientifico e food blogger che ha fatto registrare il sold out al teatro del Popolo di Gallarate nell’appuntamento di venerdì 19 di Duemilalibri.

Da dove nasce l’idea di “La mia cucina delle emozioni”?

Ho voluto fare un passo avanti per vedere come cibo possa influenzare la reazione alle emozioni ed alle situazioni che viviamo come lo stress, la stanchezza.

Marco Bianchi a GallarateMa alla base c’è sempre una costante: la parte scientifica.

Quella non deve mai mancare. Perché il cibo da energia al nostro corpo ma permette anche di fare prevenzione e di essere felici. In base a quello che si mangia, si accendono o si riattivano dei neuro trasmettitori che ci provocano emozioni. Per questo il motto alla base del libro è “Happy food, happy life”.

E in questo caso entra in gioco la creatività tra i fornelli. Da cosa nascono le tue ricette?

Di notte, nei miei sogni. Mi vengono in mente accostamenti di ingredienti che devo segnare nelle note del telefono, poi arriva la parte della grammatura per capire le dosi degli ingredienti e c’è anche quella della sperimentazione. A volte è “buona la prima” altre volte invece devo testare sia la parte del gusto che quella dei valori nutrizionali.

Anche la scelta è un fattore importante…

Di sicuro anzi, bisogna essere molto elastici nella scelta dei cibi perché dobbiamo (e possiamo) rieducare il palato ed il fisico, non ci sono limiti di età per migliorare la propria salute. Lo dico sempre, ogni giorno dobbiamo creare un minestrone emozionale quando mangiamo.

Ci sono degli alimenti che sarebbe meglio non mettere in questo minestrone emozionale?

Zucchero sale. Tutto lo zucchero fa male perché il corpo riconosce il glucosio, anche se “camuffato”. Il fruttosio in busta, ad esempio, è vero non fa alzare la glicemia ma lavora a livello ematico.

Eliminare lo zucchero può non essere semplice…

Tutto parte da rieducazione, se ogni giorno se ne toglie un po’, alla fine ci si accorge che si è arrivati a bere il caffè al bar senza zuccherarlo.

img_7814Nel libro ci sono anche pagine teoriche. Come mai?

Ho deciso di inserirle perché volevo che il mio messaggio fosse chiaro. Ci sono anche delle pillole di scienza tra una ricetta e l’altra, sono dei piccoli consigli da seguire per migliorare il proprio stile di vita.

E su questo fronte quanto conta per te la formazione?

È fondamentale perché questo ambito della scienza è in costante evoluzione. Ogni giorno ci sono delle nuove informazioni che possono anche ribaltare convinzioni e metodologie messe in pratica da anni.

Tu oltre ad essere un ricercatore e food mentor, non scrivi solo libri ma usi i social per fare divulgazione.

La comunicazione online è basilare, rappresenta la chiave di accesso per poter parlare a tutti, con un post o una storia su Instagram puoi parlar al giovane, alla mamma o anche alla nonna. Per questo sento di avere una grande responsabilità.

Ad emozionare il pubblico però, non sono state solo le ricette proposte da Bianchi ma anche un suo piccolo “segreto” svelato dal palco. «Un anno fa qui a Gallarate al Teatro Condominio, proprio durante la presentazione del libro a Duemilalibri, ho conosciuto una persona stupenda, capace di emozionarsi davanti ad un tramonto e che, da allora, è sempre al mio fianco. Se questo libro trasmette felicità è perché l’ho scritto avendo sempre lui al mio fianco, grazie Luca».

Annalisa Paola Colombo

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